10-12 marzo 2009, Università di Copenaghen: Congresso scientifico internazionale sui cambiamenti climatici – rischi, sfide e decisioni a livello mondiale, Copenaghen (Danimarca)
La città di Copenaghen, che ospiterà in dicembre la Conferenza dell’UNFCCC, che dovrebbe raggiungere un accordo internazionale sui cambiamenti climatici per il periodo successivo al 2012, è anche stata sede del Congresso scientifico internazionale intitolato: “Cambiamenti climatici: rischi, sfide e decisioni a livello mondiale” (“Climate Change: Global Risks, Challenges and Decisions”).
L’evento, che si è svolto dal 10 al 12 marzo, è stato organizzato dall’Università di Copenhagen in collaborazione con i membri dell’“Alleanza Internazionale delle Università per la Ricerca” (International Alliance of Research Universities – IARU).
L’obiettivo primario del Congresso era quello di fornire una sintesi delle più recenti conoscenze scientifiche, tecnologiche e politiche necessarie per prendere decisioni intelligenti e sostenibili di mitigazione e adattamento per le comunità internazionali, quale risposta ai cambiamenti climatici.
L’intera comunità scientifica è stata fortemente coinvolta in questo evento, i cui risultati saranno raccolti in una pubblicazione, che intende essere complementare a quelle dell’IPCC, e che prevede anche una sintesi tecnica da presentare ai decisori politici in occasione della Conferenza dell’UNFCCC a fine anno, per permettere loro di prendere decisioni sulla base delle migliori informazioni scientifiche disponibili. [1]
Al centro del dibattito scientifico è stata la presentazione di nuove evidenze che il riscaldamento globale sta accelerando in modo anche maggiore di quanto indicato dalle proiezioni dell’IPCC nel 2007. Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UN Environment Programme – UNEP) ha sottolineato che la pubblicazione intitolata: “Libro dell’UNEP dell’Anno 2009 – Nuova scienza e sviluppi nel nostro ambiente che cambia” (“UNEP Year Book 2009 – New Science and Developments in Our Changing Environment”), presentata in febbraio in occasione del Consiglio Governativo dell’UNEP, conferma in parte le preoccupazioni dei più di 2500 delegati riuniti a Copenhagen, riguardo, per esempio, al sollevamento del livello del mare, all’assorbimento di carbonio da parte dei sistemi naturali (sinks) (come gli oceani e le foreste) e al rilascio in atmosfera di metano dall’Artico. [2]
Le ricerche esposte mostrano che il valore massimo dell’innalzamento del livello del mare nel 2100 potrebbe essere compreso in un intervallo di circa 1 metro, o anche di più, e che, nella parte più bassa dello spettro, sembra sempre più improbabile che l’innalzamento del livello del mare sarà molto inferiore a 50 centimetri nel 2100. Questo significa che se le emissioni di gas serra non saranno ridotte velocemente in modo sostanziale, anche nel caso dello scenario migliore, le aree basse costiere, dove abita circa il 10% della popolazione mondiale (circa 600 milioni di persone), saranno colpite duramente. [3]
Secondo altri nuovi studi, con adeguati investimenti, supporto politico e cooperazione a livello mondiale, le tecnologie per le energie rinnovabili (come eolico e fotovoltaico) potrebbero fornire il 40% di elettricità nel mondo nel 2050. Se tuttavia tali tecnologie venissero emarginate, la loro quota potrebbe scendere sotto il 15%. [4]
La lotta ai cambiamenti climatici offre opportunità di sviluppo e di crescita economica. Sebbene il dibattito sul fatto che la lotta ai cambiamenti climatici sia un onere o uno stimolo per l’economia mondiale, il Congresso ha evidenziato come l’inazione abbia costi economici significativi e spesso inaspettati. [5]
Dal Congresso sono emersi 6 messaggi-chiave [6]:
- Trend climatici: le osservazioni recenti confermano che, dato il tasso elevato di emissioni osservate, le traiettorie dello scenario peggiore dell’IPCC (o anche peggio) si stanno realizzando;
- Disordine sociale: le osservazioni recenti mostrano che le società sono altamente vulnerabili anche a modesti livelli di cambiamenti climatici, con le comunità e i Paesi più poveri che risultano particolarmente a rischio;
- Strategia di lungo termine: per evitare i cambiamenti climatici pericolosi (indipendentemente da come essi siano definiti), è necessario mitigare i cambiamenti climatici in modo efficacie, rapido e continuo, attraverso un’azione coordinata mondiale e regionale;
- Equità: poiché gli impatti dei cambiamenti climatici non sono e non saranno uniformemente distribuiti, è necessaria una rete di adattamento efficacie e ben finanziata, per la sicurezza delle popolazioni che hanno minori capacità di adattamento, e strategie di mitigazione comuni ma differenziate per proteggere le comunità più povere;
- Non ci sono più scuse per l’inazione: sono attualmente disponibili vari strumenti e approcci di tipo economico, tecnologico, gestionale e comportamentale per far fronte alla sfida dei cambiamenti climatici; tali strumenti devono essere applicati diffusamente per attuare la trasformazione sociale necessaria per rendere le economie a basse emissioni di carbonio; questo avrà tutta una serie di benefici ausiliari, tra cui la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore dell’energia sostenibile, la riduzione dei costi economici e sanitari legati ai cambiamenti climatici, e il ripristino degli ecosistemi e dei loro servizi;
- Superare gli ostacoli e cogliere le opportunità: per vincere la sfida dei cambiamenti climatici è necessario, per esempio, ridurre l’inerzia dei sistemi sociali ed economici, puntare sul crescente desiderio pubblico che i Governi passino all’azione sul clima, eliminare i sussidi espliciti ed impliciti, ridurre l’influenza di interessi acquisiti che aumentano le emissioni e riducono la resilienza, facilitare il rinnovamento di direzioni e istituzioni deboli e inefficaci di tipo governativo, privato e della società civile, e coinvolgere la società nella transizione verso la sostenibilità.
– Relatori:
– Fonti:
- [1] Università di Copenhagen (9 marzo) “Top climate researchers meet in Copenhagen”
- [2] UNEP (11 marzo) “Scientists look at new evidence that climate change is accelerating”
- [3] Università di Copenhagen (10 marzo) “Rising sea levels set to have major impacts around the world”
- [4] Università di Copenhagen (11 marzo) “New renewables to power 40 per cent of global electricity demand by 2050”
- [5] Università di Copenhagen (12 marzo) “Fighting global warming offers growth and development opportunities”
- [6] Università di Copenhagen (12 marzo) “Key Messages from the Congress”
– Ulteriori informazioni: Sito Web del Congresso.
– Si veda anche il Comunicato stampa CMCC – Focal Point IPCC per l’Italia: 12 marzo 2009, “Copenhagen, la comunità scientifica fa il punto sui cambiamenti climatici a due anni dall’ultimo rapporto IPCC“.