Maggiori opportunità di occupazione con la neutralità climatica

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Investimenti tempestivi e ben progettati in R&S di tecnologie energetiche pulite possono ridurre i costi della transizione climatica e creare maggiori opportunità di lavoro. Un nuovo studio guidato dall’RFF-CMCC-EIEE esplora diverse strategie di investimento per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

Raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima attraverso una transizione verso emissioni nette zero sta stimolando una nuova rivoluzione tecnologica. Tuttavia, queste innovazioni tecnologiche clean richiedono grandi sforzi di sviluppo e finanziamento, e avranno importanti conseguenze sull’economia e sulla società.

Una ricerca condotta dal CMCC e recentemente pubblicata su Nature Communications indaga diverse strategie di investimento in ricerca e sviluppo (R&S) coerenti con la stabilizzazione climatica, concentrandosi sulle tecnologie a basse emissioni di carbonio e sulle misure di efficienza energetica.

Lo studio mostra l’urgenza e il ruolo chiave della ricerca e sviluppo nell’affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici. Utilizzando modelli economico-climatici complessi, evidenzia la necessità di aumentare gli investimenti in R&S a basse emissioni di carbonio fino a due terzi al fine di raggiungere la neutralità climatica.

“In questo lavoro mostriamo anche che i soldi non sono il problema”, afferma Lara Aleluia Reis, dell’RFF-CMCC European Institute of Economics and the Environment (EIEE) e prima autrice dello studio. “Ci sono entrate finanziarie sufficienti per gli sforzi di ricerca e sviluppo. Infatti, si potrebbero progettare delle politiche attive di innovazione che generino benefici economici riducendo tassazioni alteranti, come le tasse sugli stipendi, potenziando così la creazione di posti di lavoro”.

Questa ricerca è il risultato di una collaborazione internazionale tra scienziati di due istituti di ricerca leader nell’economia del clima, ovvero l’RFF-CMCC-EIEE ed E3-Modelling. I ricercatori hanno utilizzato due modelli economico-climatici complessi, uno per ciascuno dei due istituti, e li hanno accoppiati per la prima volta. “Ciò ha permesso di ottenere nuovi spunti che nessuno dei modelli da solo sarebbe stato in grado di generare”, ha detto Aleluia Reis, “mostrando i benefici della collaborazione anche nell’ambito dei modelli delle politiche climatiche”.

“Questo studio mostra che il fattore tempo è essenziale”, ha detto Elena Verdolini, senior scientist presso il RFF-CMCC-EIEE e autrice dello studio. “Gli investimenti tempestivi e costanti in ricerca, sviluppo e dimostrazione sono un componente chiave del portafoglio di politiche per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi: promuovono un circolo virtuoso di dinamiche di apprendimento attraverso l’esperienza che portano a costi tecnologici più bassi”.

“Il cambiamento tecnologico è il principale motore della prosperità economica”, ha detto Massimo Tavoni, direttore del RFF-CMCC-EIEE e autore dello studio. “Questo lavoro mostra che la crisi climatica offre un’opportunità per potenziare le politiche industriali e dell’innovazione, e allineare gli obiettivi sociali e ambientali”.

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