Il governo cinese ha ufficialmente approvato il suo tredicesimo Piano quinquennale, la strategia che individua il quadro normativo, le priorità e i principali obiettivi di sviluppo economico e sociale per il periodo 2016-2020. Si tratta del primo Piano quinquennale a essere approvato da quando l’economia cinese è entrata in quella fase che gli esperti chiamano “la nuova normalità”, una fase di crescita moderata basata su un maggior consumo domestico rispetto al precedente modello basato sul predominio delle esportazioni.
Il nuovo piano prevede un tasso di crescita media annuale del PIL nazionale tra il 6,5% e il 7% e comprende misure per affrontare alcune delle sfide più pressanti per il Paese, come l’eradicazione della povertà e la crescente urbanizzazione.
Il Piano definisce 13 obiettivi vincolanti, 10 dei quali legati ad ambiente, sviluppo sostenibile e risorse naturali. Gli obiettivi più importanti in materia di clima ed energia per il 2020 riguardano in particolare:
- la riduzione del 15% dell’intensità energetica (l’energia consumata per unità di PIL) rispetto ai livelli del 2015; la riduzione del 18% dell’intensità di carbonio (l’ammontare delle emissioni di gas serra per unità di PIL) rispetto ai livelli del 2015;
- mantenere il totale del consumo energetico sotto l’equivalente di cinque miliardi di tonnellate di carbone entro il 2020. L’attuale consumo è pari a 4,3 miliardi di tonnellate;
- una quota del 15% di energia proveniente non da fonti fossili nel consumo di energia primaria.
Secondo le stime del World Resources Institute, il nuovo Piano quinquennale della Cina pone il Paese sulla strada per ridurre del 48% i propri livelli di intensità di carbonio entro il 2020 (rispetto ai livelli del 2005), permettendo di superare l’obiettivo del 40-45% di riduzione entro il 2020, annunciato nel 2009 prima della Conferenza sul clima di Copenaghen.
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