Agire per il clima: come raggiungere gli obiettivi di Parigi?

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Con l’Accordo di Parigi, adottato nel 2015 nel corso della COP21, si è aperto un nuovo capitolo nella storia dei negoziati del clima.
L’Accordo, infatti, è stato concepito come un sistema flessibile e “ibrido”, che garantisce la partecipazione sulla base di contributi formulati dagli stessi stati (NDCs, Nationally Determined Contributions) e non imposti dall’alto, inseriti in un quadro normativo internazionale che ne garantisca il rispetto, la verifica e un progressivo incremento.

Ma quanto costa realizzare le misure finora annunciate? E quanto costerebbe rispettare la soglia dei 2°C?
Entro il 2018 sono attese le linee guida per rendere operativo l’Accordo di Parigi, con criteri e procedure comuni per monitorare i progressi e assicurare adeguato sostegno ai paesi più poveri.
In un articolo pubblicato su Ecoscienza (tra gli autori, anche il ricercatore CMCC Ramiro Parrado della Divisione ECIP) sono analizzati le implicazioni e i costi degli impegni presi, alla luce in particolare dei dati pubblicati nello studio congiunto delle Agenzie internazionali dell’energia e dell’energia rinnovabile (Iea e Irena) che esamina le trasformazioni in atto e lo sforzo addizionale fra gli NDCs e uno scenario di 2°C alla fine del secolo, estendendo l’analisi al 2050.
I risultati evidenziano come la realizzazione dell’impegno al contenimento della temperatura globale entro i 2°C rispetto ai livelli preindustriali  comporti costi e investimenti nel complesso accessibili, soprattutto se si considera il potenziale sviluppo economico che deriverebbe dalla decarbonizzazione del settore energetico.

Per saperne di più continua a leggere su Ecoscienza.


Credits immagine: CC United Nations Industrial Development Organization @Flickr.com

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