Zanzare e patate: quando le condizioni climatiche locali ostacolano lo sviluppo

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Un nuovo studio realizzato con il contributo del CMCC analizza l’interazione tra la diffusione della patata nel Vecchio Mondo e l’impatto che la diffusione della malaria ha avuto nel contrastare la crescita della popolazione e dell’urbanizzazione legate a questa innovazione nel corso del XVIII e XIX secolo, evidenziando l’interazione tra condizioni ambientali, salute umana e sviluppo economico.

Storicamente, le innovazioni tecnologiche contribuiscono alla crescita socio-economica e allo sviluppo, ma il cambiamento climatico può controbilanciare alcuni di questi benefici attraverso i suoi impatti, tra cui la diffusione delle malattie legate al clima.

In un recente articolo pubblicato su Environmental & Resource Economics, un team di ricercatori del CMCC, dell’Università di Verona e dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) evidenzia l’interazione tra cambiamento tecnologico, sanità pubblica e sviluppo economico. In particolare, gli autori esaminano come la presenza della malaria abbia ridotto, e in alcuni casi annullato, gli effetti socio-economici positivi – tra cui l’aumento della popolazione e dell’urbanizzazione – indotti dalla diffusione della patata dal Nuovo al Vecchio Mondo tra il 1700 e il 1900.

Questi risultati evidenziano la necessità di porre attenzione ad alcune particolari conseguenze legate ai cambiamenti climatici, dalla diffusione di malattie infettive all’influenza sui rendimenti delle colture nelle aree particolarmente fragili del mondo.

Lo studio dimostra che, sebbene i progressi globali nella produttività economica e nella produzione agricola abbiano avuto, in generale, un impatto positivo sulla crescita della popolazione e sull’urbanizzazione in tutto il mondo, il loro effetto a livello locale dipende fortemente dalla diffusione di malattie infettive di regione in regione. Più in generale, emerge che malattie come la malaria rappresentano una piaga non solo per la salute pubblica, ma anche, in termini più ampi, per lo sviluppo socioeconomico.

L’impatto dell’introduzione della coltivazione delle patate nel settore agricolo del Vecchio Mondo sulla popolazione e sull’urbanizzazione è stato eterogeneo: le aree con malaria endemica nulla o molto bassa hanno sperimentato una crescita positiva (circa il 9% in più rispetto alle aree non adatte alla coltivazione delle patate), mentre le aree ad alta endemicità non hanno beneficiato di questo trend. Gli autori ipotizzano che ciò sia dovuto al fatto che gli agricoltori che lavoravano all’aperto in aree altamente endemiche e i membri delle loro famiglie fossero esposti al rischio di infezione da malaria, il che li avrebbe portati ad astenersi dal lavoro, comportando una minor produzione agricola e di conseguenza uno sviluppo economico inferiore.

Per ottenere tali risultati, i ricercatori del CMCC hanno abbinato dati ad alta risoluzione sulla distribuzione geografica delle aree adatte alla coltivazione delle patate con quelli relativi alla trasmissione della malaria. Hanno poi sovrapposto questi dati con i registri storici di popolazione e urbanizzazione per ottenere prove dirette che collegano le condizioni ambientali che facilitano la coltivazione delle patate e la trasmissione della malaria a variazioni nella popolazione e nell’urbanizzazione.

Questo non è il primo studio a dimostrare l’effetto positivo di nuove colture e scoperte agricole – inclusa l’adozione della patata nel Vecchio Mondo – sullo sviluppo economico. Tuttavia, questo articolo fa un passo oltre, dimostrando che il quadro è più complesso quando si considerano le condizioni ambientali locali che aggravano la diffusione di malattie infettive, come la malaria.

“Affrontando rapidi cambiamenti nelle tecnologie e nelle pratiche di produzione, i decisori politici locali e i leader comunitari, in particolare, possono basarsi sui risultati della nostra analisi per adottare un approccio più olistico allo sviluppo, considerando l’interazione tra condizioni ambientali, sanità pubblica e crescita economica”, afferma Soheil Shayegh, scienziato presso il RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment (EIEE).

“Comprendere il nesso tra economia, ambiente e salute pubblica globale imparando dalla storia è un obiettivo sempre più cruciale nell’attuale contesto globale di cambiamento climatico, interconnessione globale e malattie infettive emergenti”, afferma Giacomo Falchetta, Research Fellow presso il CMCC e ricercatore affiliato presso IIASA.

“Come possiamo trarre beneficio dall’innovazione tecnologica? In questo articolo mettiamo in luce i modi in cui l’innovazione tecnologica può portare cambiamenti positivi nelle nostre vite. Tuttavia, riconosciamo anche l’importanza di considerare le potenziali barriere a tali benefici, come le condizioni di salute avverse. Così facendo, speriamo di contribuire a un dialogo più informato e costruttivo sul ruolo della tecnologia nel migliorare il nostro benessere”, afferma Maurizio Malpede dell’Università di Verona, primo autore dello studio.

Per maggiori informazioni:

Malpede, M., Falchetta, G. & Shayegh, S. Mosquitoes and Potatoes: How Local Climatic Conditions Impede Development. Environ Resource Econ 86, 851–892 (2023). https://doi.org/10.1007/s10640-023-00818-x

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