Sedotti dalla bellezza per comprendere la crisi climatica: la mostra di Burtynsky a Mestre con la partecipazione del CMCC

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La più ampia esposizione mai realizzata sugli oltre 40 anni di carriera del grande artista canadese è aperta al pubblico dal 21 giugno 2024 al 12 gennaio 2025. Le straordinarie fotografie di Burtynsky e un programma di iniziative con la partecipazione del CMCC a M9 – Museo del ’900 di Mestre. BURTYNSKY: Extraction / Abstraction, propone un nuovo sguardo sui grandi temi e sulle urgenti sfide del presente attraverso il linguaggio dell’arte che si rivolge al paesaggio, al cambiamento climatico, alle interazioni tra uomo e ambiente.

BURTYNSKY: Extraction / Abstraction indaga le conseguenze ambientali del sistema industriale: un tema che rappresenta il codice distintivo del fotografo, acclamato in Italia grazie al progetto Anthropocene del 2019, che ha poi viaggiato in tutto il mondo, riscuotendo sempre critiche entusiastiche. In questa nuova esposizione, grazie alla profonda comprensione storica dei processi industriali novecenteschi, dei contesti geografici e culturali selezionati nelle sue campagne, Burtynsky invita gli spettatori a guardare oltre quei luoghi fotografati, oltre la nostra esperienza e le nostre aspettative, per capire davvero l’impatto dell’uomo sul futuro degli habitat terrestri.

Le grandi fotografie di Burtynsky si presentano a un primo sguardo come affascinanti e indecifrabili campiture di colori e di forme astratte, che lasciano gli osservatori sospesi di fronte a oggetti naturali o antropici spesso non immediatamente intellegibili, ma capaci di attirarli dentro l’opera.

La ricerca artistica ed espressiva del grande fotografo canadese incontra i temi indagati della ricerca scientifica del CMCC tra cui l’uso del suolo, la gestione delle acque e l’impronta di carbonio dell’industrializzazione pesante. Per questo motivo il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici partecipa alla mostra con una serie di iniziative che si svolgeranno nell’ambito dell’esposizione nei prossimi mesi.

“Quando, all’inizio degli anni ’80, ho iniziato il mio lavoro – dice Burtynsky – si iniziava a parlare di cambiamento climatico, ma si avvertiva come un’ipotesi lontana. Non era una cosa che avevo in mente. Pensavo piuttosto alla perdita di biodiversità, alla deforestazione, al consumo del suolo, ai terreni agricoli, all’espansione urbana e all’espansione dell’impronta umana a livello industriale. Inoltre, l’energia è il motore di tutto questo: l’agricoltura, i trasporti, l’industria, l’espansione urbana, i motori a combustione interna – tutte queste cose utilizzano la nostra energia”. Così il fotografo spiega come il cambiamento climatico sia entrato nel suo lavoro.

Curata da Marc Mayer, già direttore della National Gallery of Canada e del Musée d’Art Contemporain di Montreal, con progetto allestitivo di Alvisi Kirimoto, BURTYNSKY: Extraction / Abstraction è la più ampia esposizione mai realizzata sugli oltre quarant’anni di carriera del fotografo e, dopo il fortunato debutto alla Saatchi Gallery di Londra, arriva per la prima volta in Italia.

L’esposizione si compone di sei sezioni tematiche che illustrano tutti i principali campi di azione del fotografo canadese, con oltre 80 fotografie di grande formato, 10 enormi murales ad altissima definizione e alcuni dei principali strumenti fotografici che hanno reso celebre Burtynsky, inclusi quei droni che gli hanno permesso di allargare ulteriormente l’obiettivo delle sue fotocamere. A queste si aggiungono ulteriori elementi, integrati negli spazi di M9, frutto di un dialogo concettuale tra la mostra e la narrazione del Museo sulle trasformazioni sociali, economiche e politiche del Novecento.

Nel corridoio del secondo piano infatti saranno esposte nove fotografie della campagna fotografica commissionata a Burtynsky dalla Fondazione Sylva nel 2022 per testimoniare gli effetti della Xylella sugli olivi pugliesi: un disastro ambientale che ci permette di cogliere e misurare concretamente gli effetti del cambiamento climatico anche sul nostro Paese.

Infine, nella nuova sala M9 Orizzonti, verrà proiettato, in modalità immersiva e per la prima volta in Italia, il pluripremiato cortometraggio In the Wake of Progress [Sulla scia del progresso] (2022), coprodotto da Burtynsky assieme al celebre produttore musicale Bob Ezrin e con le musiche originali del compianto Phil Strong.

A corredo della mostra, tra l’estate e l’autunno 2024, si svilupperà nell’Auditorium “Cesare De Michelis” un public program di incontri e proiezioni sui grandi temi dell’Antropocene, della transizione energetica e della sostenibilità ambientale. Si parte sabato 22 giugno – in occasione dell’Art Night promossa dall’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con il Comune di Venezia – con il documentario Manufactured Landscapes di Jennifer Baichwal (Canada 2006, 90′), che segue il fotografo canadese nelle sue prime campagne di documentazione in Cina, tra mega fabbriche manifatturiere e nuove dighe idroelettriche che hanno imposto spostamenti forzosi alla popolazione residente nelle aree circostanti. Sarà poi la volta di Watermark (2013) e del pluripremiato ANTHROPOCENE: The Human Epoch (2018), il progetto grazie al quale il nome di Burtynsky si è affermato in tutto il mondo.

Il momento più significativo della programmazione autunnale sarà il ritorno di Edward Burtynsky in M9, giovedì 14 novembre, per una conversazione con Giovanna Calvenzi, grande storica della fotografia.

L’esposizione si avvale del patrocinio della Regione del Veneto, del Comune di Venezia, dall’Ambasciata del Canada, dell’Università Ca’ Foscari Venezia e della Fondazione CMCC – Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici; è sostenuta in qualità di Official Partner dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, da BRT e da Trenitalia.

La mostra è realizzata in collaborazione con Fondazione Sylva, Intesa Sanpaolo, Confindustria Veneto Est, Vela / Venezia Unica, Gruppo Save. Hanno contribuito Taittinger, Consorzio Vini Venezia, Select, Power Sustainable, e come partner dei laboratori educativi Primo / Morocolor Italia.

Media partner della mostra sono Rai Cultura, Rai Radio 3 e Domus; Communication Partner è l’agenzia creativa Multistudio (Treviso).

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