Gran parte del commercio internazionale avviene attraverso rotte marittime, il che ha reso questo settore particolarmente difficile da decarbonizzare. Tuttavia, un nuovo studio che coinvolge ricercatori del CMCC, ha individuato alternative per ridurre le emissioni annuali del trasporto marittimo fino all’86% entro il 2050.
Decarbonizzare il settore dei trasporti marittimi sta diventando una priorità a livello politico, poiché il settore rappresenta circa il 3% delle emissioni globali di CO2, e uno studio del 2020 dell’Organizzazione Marittima Internazionale prevede che queste potrebbero aumentare fino al 130% rispetto ai livelli del 2008 entro il 2050.
Ciò ha reso la riduzione dell’impatto climatico dei trasporti marittimi una componente importante negli sforzi globali verso la mitigazione, anche perché si prevede che il commercio internazionale di beni e servizi continuerà a crescere, aumentando la necessità di soluzioni a basse emissioni per i trasporti.
Un nuovo studio che coinvolge un team internazionale di ricercatori, tra cui Johannes Emmerling e Laurent Drouet del CMCC, analizza come l’industria dei trasporti marittimi possa ridurre le proprie emissioni di carbonio in linea con gli obiettivi climatici. La ricerca, pubblicata su Nature Climate Change, utilizza modelli avanzati per proiettare diversi scenari sulle emissioni del trasporto marittimo fino al 2100.
Emissioni di CO2 del trasporto marittimo internazionale. a. Livello di attività del trasporto marittimo internazionale tra il 2020 e il 2100 nei vari scenari, indicizzato al 2020; b. Variazione delle emissioni annuali di CO2 dal trasporto marittimo internazionale nel 2050 rispetto al 2020 nei vari scenari; c. Variazione delle emissioni annuali di CO2 dal trasporto marittimo internazionale nel 2070 rispetto al 2020 nei vari scenari. Fonte: Müller-Casseres et al., 2024.
Secondo gli scenari climatici più ambiziosi, lo studio mostra come le emissioni del trasporto marittimo potrebbero essere ridotte fino all’86% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2020. Questo risultato si otterrebbe principalmente grazie a una transizione verso carburanti a basse emissioni di carbonio, come biocarburanti, alcoli rinnovabili e ammoniaca verde. Infatti, i modelli che includono un’enfasi sui carburanti a basse emissioni mostrano un maggiore potenziale di decarbonizzazione per il settore.
“Questo è uno dei primi studi a utilizzare una varietà di integrated assessment models per analizzare percorsi di decarbonizzazione specificamente per il settore marittimo nel contesto degli obiettivi climatici globali,” afferma Emmerling, il quale ritiene che la ricerca offra una visione più completa del ruolo del trasporto marittimo negli sforzi di mitigazione climatica.
Emmerling e Drouet hanno contribuito allo studio attraverso il loro lavoro con il modello di valutazione integrata WITCH, un modello globale dinamico che integra i più importanti elementi del cambiamento climatico in un quadro unificato. In questa applicazione, il modello ha fornito proiezioni chiave sulla domanda di trasporto marittimo, sulle emissioni e sull’uso dei carburanti in diversi scenari.
“Il trasporto marittimo è un settore difficile da decarbonizzare, ma la nostra ricerca mostra che esistono percorsi praticabili per ridurre drasticamente le emissioni entro la metà del secolo,” afferma Emmerling. “La chiave sarà lo sviluppo e la scalabilità della produzione di carburanti alternativi a basse emissioni di carbonio in grado di alimentare grandi navi.”
Ulteriori informazioni:
Müller-Casseres, E., Leblanc, F., van den Berg, M. et al. International shipping in a world below 2 °C. Nat. Clim. Chang. 14, 600–607 (2024). https://doi.org/10.1038/s41558-024-01997-1