Perdita di PIL oltre l’8%, diseguaglianze regionali raddoppiate: riviste al rialzo le stime degli impatti economici dei cambiamenti climatici in Italia, parlano di rallentamento della crescita e di incremento delle disuguaglianze economiche. Il nuovo studio realizzato da ricercatori della Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici contenuto nella Relazione sullo Stato della Green Economy 2019.
L’economia italiana risentirà del cambiamento climatico in misura sette volte maggiore rispetto alle stime considerate fino ad oggi. È quanto emerge dal rapporto “Gli impatti economici dei cambiamenti climatici in Italia”, che costituisce la prima parte della Relazione sullo stato della Green Economy 2019, presentata oggi a Rimini in occasione dell’ottava edizione degli Stati Generali della Green Economy.
Lo studio indaga le conseguenze economiche del clima che cambia con una particolare attenzione al territorio italiano, aggiungendo ad una revisione degli studi scientifici più recenti nuove stime basate sull’analisi di migliaia di dati ad alta risoluzione. Autori dello studio sono Massimo Tavoni, Francesco Bosello, della Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici e co-direttori di RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment e Shouro Dasgupta, ricercatore presso CMCC@Ca’Foscari.
“La parte più innovativa del rapporto riguarda le nuove stime dell’impatto dei cambiamenti climatici sull’economia e sulla disuguaglianza in Italia” spiega Massimo Tavoni, docente al Politecnico di Milano. “Secondo le nostre nuove stime, gli impatti economici previsti per la seconda metà del secolo arrivano all’8,5% di perdita di PIL in Italia. Sono stime di molto superiori a quelle precedenti, che risultavano al massimo nell’1 o 2% di perdita di PIL”.
Il clima del futuro non solo rallenterà la crescita, ma aumenterà anche le disuguaglianze economiche già esistenti. “Gli impatti saranno più accentuati nel Sud Italia”, continua Tavoni, che commenterà il rapporto durante la sessione plenaria internazionale degli Stati Generali domani, 6 novembre “accentuando ulteriormente la già esistente disparità Nord-Sud: si prevede un aumento della disuguaglianza del 16% nel 2050 e del 61% nel 2080″.
I calcoli del team di scienziati si basano su una metodologia innovativa nel campo dell’analisi dei dati economici sui cambiamenti climatici, applicata per la prima volta al caso italiano: “E’ recente la possibilità di utilizzare dati socio-economici su griglia per l’analisi macroeconomica, ovvero per l’analisi di indicatori aggregati di performance economica come può essere il PIL”, sottolinea Francesco Bosello, direttore della divisione Economic Analysis of Climate Impacts and Policy della Fondazione CMCC e Professore di economia all’Università Statale di Milano. “Questo consente di avere una risoluzione spaziale molto più dettagliata, nell’ordine di 100, 50 o addirittura di 10 chilometri quadrati come in questo studio, anziché riferirsi a medie nazionali. Combinando i dati economici con i dati climatici, entrambi ad alta risoluzione spaziale, possiamo comprendere la relazione storica tra temperatura e crescita economica a livello di cella geografica, per poi usare le previsioni climatologiche per prevedere quali saranno gli impatti economici in quelle aree nel futuro”.
“Siamo stati in grado di calcolare che la temperatura ottimale per l’economia del Paese, quella che consente di massimizzarne la performance economica, è 11,5 °C” afferma Shouro Dasgupta, ricercatore presso la divisione Economic Analysis of Climate Impacts and Policy della Fondazione CMCC. “Tuttavia, se guardiamo alla mappa dell’Italia, vediamo che la temperatura è molto variabile tra il Nord e il Sud del paese e che già oggi in alcune regioni la temperatura media supera tale valore, comportando una riduzione della crescita economica come conseguenza degli impatti dei cambiamenti climatici”. Ne deriva che il futuro riscaldamento continuerà ad impattare negativamente su queste regioni.
Il rapporto analizza anche lo stato delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici in Italia in specifici settori, dal turismo alla salute, dall’agricoltura al dissesto idrogeologico, tra cui i lavori inclusi nel Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che hanno visto il contributo della Fondazione CMCC.
La Relazione 2019 sullo stato della Green Economy è stata presentata dall’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, alla sessione plenaria di apertura degli Stati Generali della Green Economy. L’evento, che si propone come appuntamento di discussione e proposte per la realizzazione di un Green New Deal per l’Italia con orizzonte il 2030, è ospitato alla fiera di Rimini nell’ambito di Ecomondo il 5 e 6 novembre e organizzato dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e della Commissione Europea.
Fondazione CMCC partecipa ad Ecomondo anche con l’evento “Il futuro dell’acqua. Sviluppo, innovazione, tecnologia, sostenibilità. Un dialogo tra scienza, imprese e pubblica amministrazione” il 7 novembre 2019 alle ore 10.00, organizzato in collaborazione con Climate Kic.
Link alla Relazione sullo Stato della Green Economy – 2019
Link al sito degli Stati Generali della Green Economy 2019