Energia pulita: Una transizione più equa con la finanza

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I finanziamenti sono un elemento cruciale nella transizione verso basse emissioni di carbonio poiché facilitano la disponibilità, l’accessibilità economica e l’equità dell’energia a livello globale. Una nuova ricerca, guidata dal CMCC, utilizza valori empirici del costo del capitale per dimostrare quanto siano impattanti i costi di finanziamento nello sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, in particolare per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo.

È ampiamente riconosciuto che la finanza sia uno degli strumenti più importanti nell’accelerazione della transizione energetica. Tuttavia, la costruzione di rinnovabili (soprattutto nei paesi in via di sviluppo) ha un alto costo di finanziamento a causa di una combinazione di fattori, come per esempio costi di investimento iniziali più elevati rispetto alle alternative basate sui combustibili fossili.

Ciò significa che la finanza stessa si trasforma in una barriera per gli investimenti destinati alla mitigazione, soprattutto nel contesto della giustizia energetica e di una più ampia diffusione dell’energia rinnovabile nei paesi e nelle comunità a basso reddito.

Una nuova ricerca guidata dal CMCC affronta questo problema con una valutazione del ruolo delle politiche finanziarie nel garantire una transizione equa attraverso una riduzione del costo del capitale per le tecnologie energetiche. Lo studio quantifica l’importanza del costo dei finanziamenti sull’equità e l’efficienza della transizione energetica, fornendo una stima empirica del costo del capitale di varie tecnologie in diversi paesi, inserendoli poi in cinque modelli energetico-climatico-economici accoppiati. Questo scenario di riferimento viene poi confrontato con una politica di fair-finance in cui i premi di rischio in tutto il mondo raggiungono quelli dei paesi industrializzati entro il 2050.

“Nello scenario con policy basate sulla fair-finance, la quantità di elettricità rinnovabile generata nei paesi in via di sviluppo aumenta, arrivando al 30% dell’elettricità rinnovabile necessaria nel Sud globale per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C e al 10% della riduzione dei combustibili fossili,” afferma Matteo Calcaterra, ricercatore del CMCC e primo autore dello studio.

Inoltre, sebbene lo studio dimostri che gli effetti sulla mitigazione nei paesi in via di sviluppo dipendono dallo scenario delle emissioni scelto – maggiore è l’ambizione, minore è il costo della mitigazione; minore l’ambizione, maggiore è la riduzione in carbon intensity  – rivela anche come, complessivamente, i paesi in via di sviluppo riducono il rapporto tra spesa energetica e PIL fino al 5%.

“Questo aumenta l’equità a livello globale della transizione verso l’energia a basse emissioni: l’ineguaglianza nella generazione di energia rinnovabile pro capite è ridotta del 2-4%, e anche l’elettricità diventa in media più economica del 10% dopo il 2050,” continua Calcaterra. Lo studio dimostra che la convergenza internazionale nel costo del capitale per i finanziamenti energetici consente la decarbonizzazione del settore energetico aumentando al contempo la giustizia della transizione.

Questi risultati hanno importanti implicazioni per le scelte politiche, poiché rivelano che uniformare il costo del capitale del settore energetico a livello internazionale può svolgere un ruolo significativo nella decarbonizzazione della produzione di elettricità, abbassare il costo della mitigazione e migliorare l’equità. Tuttavia, quali saranno tali politiche rimane una domanda aperta.

“Questo studio era necessario per evidenziare ulteriormente l’impatto dei costi di finanziamento sullo sviluppo delle energie rinnovabili,” afferma Massimo Tavoni, direttore dell’European Institute on Economics and the Environment (EIEE) al CMCC e co-autore dello studio. “Abbiamo dimostrato che il finanziamento è effettivamente importante e può avere effetti sostanziali sulla disponibilità, l’accessibilità economica e l’equità dell’energia a livello globale. Speriamo che questa ricerca aiuti a promuovere una transizione climatica giusta ed efficace.”

cost of capital convergence

La convergenza nel costo del capitale riduce la spesa energetica nei paesi in via di sviluppo e aumenta l’equità nell’accesso all’elettricità pulita. Il Pannello A mostra la riduzione della spesa energetica nell’anno 2100 per tutte le macro-regioni, evidenziandone i benefici per i paesi in via di sviluppo. Il Pannello B indica la riduzione delle disuguaglianze globali nella generazione di elettricità pulita (misurata dal rapporto 80-20 nel 2100). In entrambi i pannelli, le barre rappresentano la riduzione percentuale mediana e le barre di errore indicano l’intero intervallo tra i modelli. CoC sta per costo del capitale, NDC per Nationally Determined Contributions, 1.5D per 1.5°C di riscaldamento globale nel 2100. Fonte: Calcaterra et al, 2024

 


Per maggiori informazioni:

Gli autori del CMCC hanno guidato il progetto di confronto tra modelli (Matteo Calcaterra), contribuito al lavoro di modellizzazione con il modello WITCH (Matteo Calcaterra, Lara Aleluia Reis, Johannes Emmerling), scritto la prima versione dell’articolo e curato le revisioni (Matteo Calcaterra, Massimo Tavoni).

Calcaterra, M., Aleluia Reis, L., Fragkos, P. et al. Reducing the cost of capital to finance the energy transition in developing countries. Nat Energy 9, 1241–1251 (2024). https://doi.org/10.1038/s41560-024-01606-7

 

 

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