Cosa vogliamo sapere del nostro impatto ambientale

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Foto in bianco e nero di persone sedute in uno stadio
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Conosciamo l’impatto delle nostre scelte di consumo? Forse non abbastanza, ma se conoscerlo ci costringesse a cambiare comportamento? Un nuovo studio che coinvolge un team internazionale di ricercatori, tra cui del CMCC, esamina come le persone si approcciano alle scelte sostenibili, all’acquisizione di informazioni sugli impatti ambientali delle loro scelte, e al valore della pressione sociale nella scelta dei nostri comportamenti.

Spesso pensiamo che le persone non agiscano in modo ecologico perché mancano di informazioni adeguate sugli impatti delle loro decisioni. Gran parte delle politiche ambientali di tipo informativo ed educativo che vengono implementate dai decisori politici si basano su questo presupposto.

Un nuovo studio – finanziato dal CMCC attraverso il progetto COBHAM del European Research Council, il cui obiettivo è studiare il comportamento e le interazioni tra individui e il loro impatto sull’efficienza energetica e la mitigazione del cambiamento climatico – esamina l’efficacia delle spinte comportamentali sulla decisione di agire in modo ecologico.

“Quando le persone sanno che acquisire certe informazioni le farà sentire obbligate ad adottare cambiamenti comportamentali costosi, preferiscono evitare le informazioni e mantenere credenze che giustificano la loro inazione,” afferma Giovanna d’Adda, ricercatrice del CMCC e autrice principale dello studio.

Concentrandosi su un comportamento che ha un alto impatto ambientale, cioè l’uso dell’aria condizionata, lo studio esamina gli effetti della pressione sociale sulla decisione di agire in modo sostenibile. “Questo risultato mostra che una spinta comune per incoraggiare il comportamento sostenibile, la pressione sociale, si ritorce contro gli obiettivi di sostenibilità ambientale quando il cambiamento comportamentale richiesto è percepito come costoso,” dice d’Adda.

green nudges

Quando il costo percepito di agire in base alle informazioni è basso, la probabilità di acquisire informazioni sugli impatti ambientali dell’uso dell’aria condizionata non è influenzata dal fatto che l’individuo si senta o meno pressato ad agire. Al contrario, quando il costo percepito è alto, un incremento nella pressione sociale porta a una riduzione statisticamente significativa della probabilità che gli individui acquisiscono informazioni che potrebbero incoraggiare un cambiamento comportamentale. Source: d’Adda et al 2024

 

Per la prima volta nel campo della ricerca ambientale, lo studio rivela come le politiche comuni che promuovono il comportamento pro-ambientale possano avere l’effetto contrario quando gli individui possono evitare le informazioni e quindi sentirsi autorizzati all’inerzia mantenendo credenze errate.

Inoltre, i risultati dello studio hanno importanti implicazioni politiche. “Abbiamo mostrato i limiti delle spinte quando non considerano il contesto, in particolare in termini di margine di manovra per sfuggire all’obbligo morale. Queste limitazioni devono essere prese in considerazione, soprattutto perché l‘emergenza climatica ci costringerà a fare cambiamenti comportamentali sempre più costosi,” conclude d’Adda.

 


 

Ulteriori informazioni

Giovanna d’Adda, Yu Gao, Russell Golman, Massimo Tavoni, Strategic information avoidance, belief manipulation and the effectiveness of green nudges, Ecological Economics, Volume 222, 2024, 108191, ISSN 0921-8009, https://doi.org/10.1016/j.ecolecon.2024.108191

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