COP29: Il finanziamento del Loss and Damage deve essere al centro del nuovo regime finanziario climatico

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L’obiettivo della COP in corso è quello di delineare un nuovo regime finanziario. Ai grandi inquinatori sarà chiesto di aumentare massicciamente i loro contributi finanziari ai Paesi in via di sviluppo. I ricercatori dell’IIASA e del CMCC hanno dimostrato che le esigenze del Loss and Damage dei paesi vulnerabili variano da 130 a 940 miliardi di dollari solo nel 2025. Oltre ai fondi per la mitigazione e l’adattamento.

Questo articolo è una traduzione del comunicato stampa originariamente scritto e pubblicato da IIASA

L’azione climatica include la mitigazione e l’adattamento climatici e il Loss and Damage, che si riferisce alla gestione delle perdite e dei danni non evitabili nei paesi più vulnerabili. Descrive quindi gli impatti che avrebbero potuto essere evitati, ad esempio riducendo le emissioni o mettendo in atto misure di adattamento, come costruire meccanismi di difesa più forti contro eventi meteorologici estremi come inondazioni o ondate di calore. Il Loss and Damage (L&D) è legato agli aumenti inevitabili dei rischi climatici, come l’innalzamento del livello del mare.

I ricercatori dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) e del CMCC hanno mostrato che le esigenze di L&D dei paesi a basso e medio reddito vulnerabili sono elevate. Sono in un intervallo stimato tra i 128 e i 937 miliardi di dollari solo nel 2025. Queste sono cifre necessarie in aggiunta al supporto finanziario già esistente nei paesi in via di sviluppo per la mitigazione, stimato a più di 600 miliardi di dollari, e per l’adattamento, stimato tra i 187 e i 359 miliardi di dollari, come calcolato dai ricercatori dell’IIASA. Tali somme dovrebbero essere considerate dai negoziatori della COP29 per garantire un finanziamento affidabile per i paesi in via di sviluppo e più vulnerabili.

Le nazioni in via di sviluppo stanno chiedendo ai paesi maggiormente inquinanti del Nord del mondo di aumentare i loro contributi da 100 miliardi di dollari all’anno a un trilione di dollari all’anno a partire dal 2025. Alla COP27 in Egitto due anni fa, è stato concordato un nuovo fondo per il Loss and Damage, inizialmente finanziato lo scorso anno alla COP di Dubai. Ora bisogna decidere come sarà gestito a lungo termine.

C’è un dibattito in corso se i fondi per il Loss and Damage saranno utilizzati principalmente per la ricostruzione dopo disastri climatici o anche per sostenere misure preventive, come investire in sistemi di protezione sociale e sanitari che generino resilienza indipendentemente dal verificarsi di eventi catastrofici.

“La scienza è cruciale per informare le discussioni politiche sul clima ad alto rischio. Il Loss and Damage non fa eccezione,” ha detto Massimo Tavoni, principal scientist del CMCC e direttore dell’Istituto Europeo per l’Economia e l’Ambiente (EIEE). “Grazie a una collaborazione internazionale con altre istituzioni di ricerca, abbiamo fornito un primo quadro per rafforzare la scienza degli impatti economici climatici e le loro ripercussioni per il dibattito sul Loss and Damage “.

 

Mettere – finalmente – le cifre sul tavolo

Il Loss and Damage, dopo anni di lenti progressi, è ora un’area in rapido sviluppo della politica climatica. A causa della mancanza di una definizione precisa del concetto di L&D e dell’assenza di metodologie chiaramente stabilite, ci sono grandi incertezze riguardo alla formulazione delle politiche e pochissime stime sulle reali dimensioni dei finanziamenti necessari per il L&D. Ora si stanno mettendo le cifre sul tavolo.

La ricerca di IIASA e CMCC fornisce importanti informazioni per il dibattito sul Loss and Damage in due modi. Innanzitutto, il quadro politico presentato offre un punto di inizio per un approccio completo alla gestione del rischio e ai finanziamenti che collega coerentemente il Loss and Damage alla mitigazione e all’adattamento climatico. Questo può fornire informazioni utili per le decisioni sul Loss and Damage alla COP29 in Azerbaigian. In secondo luogo, l’approccio metodologico proposto suggerisce approcci innovativi per delineare possibili contributi e diritti ai finanziamenti per il Loss and Damage.

 

Affrontare gli impatti e le disuguaglianze

Ci sono sempre più prove empiriche che i costi economici dei cambiamenti climatici sono sostanziali e altamente differenziati tra i vari paesi, per cui c’è un importante grado di disuguaglianza economica attribuibile al riscaldamento globale.

La ricerca guidata dal CMCC in collaborazione con IIASA e il Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) fornisce stime sugli attuali impatti economici non evitati dei cambiamenti climatici e sulla loro distribuzione geografica, considerando diversi principi di responsabilità storica delle emissioni, a partire dal 1850, dal 1990 e dal 2015. L’obiettivo è calcolare possibili contributi e diritti per il Loss and Damage e rispondere alle domande: Chi paga? e Chi riceve i fondi?

Le stime dei finanziamenti necessari per impatti residui non evitati ammontano a 128-937 miliardi di dollari all’anno. Questo intervallo è più grande di quello delle altre, poche, stime disponibili. Le stime includono solo gli impatti che non sono evitati dall’adattamento, ma non gli impatti che stanno diventando inevitabili a causa dell’aumento di intensità, frequenza e durata dei rischi climatici.

Le stime mostrano come i finanziamenti necessari per il Loss and Damage richiedano flussi dai paesi ad alto e medio reddito ai paesi a reddito medio e basso, proporzionali alla loro responsabilità per le emissioni di gas serra.

 

Ci si aspetta che i costi crescano

Alla COP27 in Egitto è stato istituito un nuovo Fondo per rispondere al Loss and Damage (Fund for Responding to Loss and Damage, FRLD), poi implementato durante la COP28 a Dubai, dove le promesse iniziali hanno superato complessivamente i 700 milioni di dollari.

Non è ancora chiaro come e quando questo nuovo fondo sarà ulteriormente alimentato e per cosa sarà distribuito. Quello che è chiaro è che il costo del Loss and Damage è sostanziale e ci si aspetta che cresca, se non contrastato da un’azione ambiziosa di mitigazione e adattamento.

Non ci si aspetta che il FRLD possa coprire tutte le necessità di finanziamento per il Loss and Damage, ma che piuttosto colmi le lacune più urgenti all’interno dell’attuale panorama di istituzioni globali, regionali e nazionali che stanno finanziando attività relative alla risposta al Loss and Damage.

 

Perché è importante per il Loss and Damage

Durante la COP29 ci sarà l’importante lancio del primo High-Level Dialogue sulla complementarità e la coerenza, con l’obiettivo di riunire la vasta gamma di attori che già supportano le risposte al Loss and Damage. La ricerca di CMCC e IIASA fornisce un valutazione del livello di ambizione che sia il FRLD sia i meccanismi di finanziamento devono raggiungere.

Si tratta anche di una questione di giustizia, poiché la crisi climatica è stata causata dal Nord del mondo; ed è una questione di coerenza, poiché le azioni su mitigazione, adattamento e Loss and Damage sono interconnesse. Se la mitigazione e l’adattamento non sono sufficienti, i costi del Loss and Damage aumentano. Pertanto, il L&D deve essere una parte integrante del cosiddetto New Collective Quantified Goal on Climate Finance (NCQF) in discussione alla COP29.

In sintesi, ciò significa che le necessità totali di finanziamento climatico possono effettivamente essere di un ordine di grandezza superiore ai 100 miliardi di dollari concordati alla COP15 nel 2009 a Copenaghen. La COP29 dovrebbe riconoscere questo dato con un’azione decisiva per evitare che l’azione climatica continui a rimanere indietro rispetto alle necessità, il che significherebbe solo impatti, costi e disagi molto più elevati in futuro.

 

Per dati dettagliati, è possibile consultare il Data Explorer del CMCC.

 

Per maggiori informazioni: Understanding and quantifying the Loss and Damage policy space

 

Nota: Questo articolo esprime il punto di vista degli autori e non la posizione del blog Nexus, né dell’IIASA.

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