I rifiuti in mare sono attualmente una delle maggiori emergenze ambientali del nostro tempo. Le plastiche, in particolare, si ritrovano ormai in gran quantità in tutti gli ambienti marini, anche nelle aree più remote del pianeta. In certe zone le plastiche arrivano a rappresentare fino all’80% dei rifiuti che si ritrovano in mare. Una valutazione regolare della qualità dell’ambiente marino e la definizione di obiettivi ambientali sono considerati ormai parte integrante del processo di gestione sostenibile e adattativa nell’ambito della Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino e dei Piani d’azione della Convenzione Regionale del Mare, finendo per diventare una priorità anche per le aree marine protette.
Un nuovo rapporto, intitolato “Monitoring and Assessment guidelines for Marine Litter in Mediterranean MPAs” (Linee guida per il monitoraggio e la valutazione della presenza di rifiuti nelle aree marine protette del mar Mediterraneo) è stato realizzato di recente nell’ambito del progetto AMAre; pubblicato sul sito ARCHIMER (archivio istituzionale del centro di ricerca IFREMER), può essere scaricato gratuitamente al seguente link.
Fra i principali obiettivi del rapporto, fornire raccomandazioni e una guida pratica per la realizzazione di programmi di monitoraggio e valutazione della presenza e distribuzione delle plastiche in mare nelle aree marine protette. Le linee guida comprendono indicazioni per tutti i tipi possibili di plastiche, da quelle che si depositano lungo le coste, a quelle che viaggiano sulla superficie del mare, trasportate dalle correnti, per finire a quelle che si depositano sui fondali o si accumulano negli organismi viventi. Il rapporto si basa sulle principali metodologie per il monitoraggio e la valutazione attualmente in uso nel Mediterraneo, come quelle esistenti nell’ambito di UNEP/MAP e della Direttiva quadro sulla Strategia per l’ambiente marino. La strategia proposta, che delinea lo schema di campionamento, i compartimenti ambientali da monitorare e i protocolli da utilizzare, segue anche le raccomandazioni del rapporto delle Nazioni Unite GESAMP sul monitoraggio delle plastiche in mare (GESAMP, 2019). Si basa inoltre sulle attuali esperienze sul campo di numerosi progetti scientifici condotti nel mar Mediterraneo (CleanSea, Marelitt, Perseus, Marlisco, Ac4forlitter, INDICIT, MEDseaLitter, Plastic Buster MPA, PANACEA, Life projects, etc.), e sui principali studi scientifici disponibili al momento sull’argomento.
Il gruppo di ricerca CMCC sulle plastiche in mare della Divisione scientifica OPA – Ocean Predictions and Applications Division, in particolare i ricercatori Svitlana Liubartseva, Giovanni Coppini e Rita Lecci, ha contribuito ad approfondire il problema dell’inquinamento da plastiche in mare nell’ambito del progetto di ricerca AMAre. I risultati delle loro ricerche sono stati pubblicati di recente sulla rivista Marine Pollution Bulletin.
Nello studio, i ricercatori hanno preso in esame 6 aree marine protette mediterranee con l’obiettivo di evidenziare similarità e differenze nei flussi e nelle fonti di plastica in mare. I risultati dello studio hanno evidenziato come il traffico marittimo giochi un ruolo chiave nell’inquinamento da plastiche in tutte le aree esaminate, essendo responsabile del 55% – 88% della totalità delle plastiche che si ritrovano in mare.
Per ulteriori informazioni:
Leggi il rapporto completo:
Galgani Francois, Deidun Alan, Liubartseva Svitlana, Gauci Adam, Doronzo Bartholomeo, Brandini Carlo, Gerigny Olivia (2019). Monitoring and Assessment guidelines for Marine Litter in Mediterranean MPAs. https://doi.org/10.13155/59840
Leggi la versione integrale dell’articolo:
Liubartseva, S., Coppini, G., Lecci, R., 2019. Are Mediterranean Marine Protected Areas sheltered from plastic pollution? Mar. Pollut. Bull., 140, 579–587.