La lotta agli impatti dei cambiamenti climatici è un punto chiave dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La Fondazione CMCC ha contribuito all’ultimo Rapporto Istat sugli SDGs con un approfondimento sull’analisi dei rischi climatici e le strategie di mitigazione e adattamento, con un particolare focus locale.
È stato recentemente pubblicato il Rapporto Istat sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs), una raccolta esaustiva e aggiornata di misure statistiche relative agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per il nostro Paese.
La sesta edizione del Rapporto include 372 misure statistiche relative a 139 indicatori per il monitoraggio degli avanzamenti dell’Agenda 2030, declinate attraverso i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, i tre pilastri, sociale, economico e ambientale, e prendendo in considerazione ripartizioni geografiche, regionali e, dove possibile, sub-regionali.
La Fondazione CMCC ha contribuito al rapporto con un approfondimento sul tema “Adattamento al cambiamento climatico su scala locale” all’interno del capitolo dedicato al Goal 13, Lotta contro il cambiamento climatico, incentrato sul tema “adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.”
“L’adattamento, insieme alla mitigazione, costituisce uno dei due approcci fondamentali per affrontare gli impatti del cambiamento climatico,” scrivono Marta Ellena, Alfredo Reder, Giuliana Barbato, Mario Raffa e Paola Mercogliano della Fondazione CMCC nella sezione di approfondimento.
Le soluzioni di adattamento, secondo gli autori, devono necessariamente basarsi su una conoscenza dettagliata del clima locale, oggi disponibile grazie a strumenti di osservazione molto dettagliati e modelli climatici su scale regionali e sub-regionali.
Inoltre, un adattamento su scala locale è possibile solo valutando anche la vulnerabilità del contesto e, più in generale, quantificando il rischio per i vari settori, al fine di definire strategie efficaci e mirate.
Il contributo curato da CMCC fornisce una panoramica di strumenti e studi sviluppati dalla Fondazione nel contesto dell’analisi dei rischi climatici e della valutazione delle strategie di adattamento, come ad esempio il report “Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane.”
L’analisi delle variazioni climatiche rappresenta un punto di partenza per caratterizzare i principali pericoli climatici attesi e condurre analisi sui rischi correlati, al fine di definire adeguate politiche di adattamento. Queste analisi sono utili anche per identificare settori e segmenti della popolazione più vulnerabili rispetto agli impatti dei cambiamenti climatici.
Ad esempio, nell’approfondimento si evidenzia che, in uno scenario climatico che prevede la messa in atto di alcune, moderate iniziative per controllare le emissioni, in Italia la temperatura per il periodo 2021-2050 è di circa 2° superiore rispetto al trentennio 1981-2010.
Per lo stesso arco temporale, i modelli evidenziano una sostanziale diminuzione delle piogge annuali nel Sud Italia e un aumento nelle zone alpine, e un generale aumento degli eventi estremi di pioggia su tutta la Penisola.
I modelli indicano anche un notevole aumento atteso del numero di giorni di ondate di calore, fino a più di cinquanta giorni all’anno entro il 2080, nello scenario più pessimista di business as usual, ovvero lo scenario in cui non viene implementata nessuna misura di mitigazione, con una crescita delle emissioni ai ritmi attuali.
“Nel contesto italiano, gli studi sull’evoluzione del rischio climatico segnalano anche la necessità di approfondire la variazione interurbana andando a definire come saranno distribuiti, chi sarà maggiormente impattato e dove saranno le aree più colpite,” si legge nel testo. “Lo sviluppo di strategie e misure di adattamento, intese come azioni di pianificazione volte a ridurre gli effetti negativi previsti dai futuri impatti del cambiamento climatico (ondate di calore, alluvioni urbane, ecc.), deve tenere conto delle caratteristiche a scala locale, per poi rientrare in una visione regionale, nazionale, comunitaria e internazionale”.
Il Report è disponibile a questo link. Sarà prossimamente disponibile anche in inglese.