10 luglio 2009, G8 + MEF: Vertice del Gruppo degli Otto + Vertice delle Maggiori Economie, L’Aquila

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G8

Il Vertice annuale dei Paesi del G8 quest’anno si è svolto a L’Aquila dall’8 al 10 luglio, organizzato dalla Presidenza di turno italiana.

Il G8 è composto da: Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone,
Russia, Regno Unito e Stati Uniti. E’ rappresentata anche l’UE, tramite
il Presidente delle Commissione Europea e il Presidente del Consiglio
Europeo. Negli ultimi anni il Gruppo degli Otto ha coinvolto in un
processo di dialogo anche i principali Paesi con economie emergenti,
definiti Gruppo dei 5 (G5), che sono: Brasile, Repubblica Popolare
Cinese, India, Messico e Sud Africa. Inoltre, la Presidenza italiana ha
invitato al Vertice del G8 anche i Paesi fondatori della New Partnership for Africa’s Development (NEPAD), i rappresentanti dell’Unione Africana, oltre a Spagna, Turchia, Paesi Bassi ed Egitto.

I principali temi discussi dai Capi di Stato e di Governo
degli Otto Grandi comprendono: la crisi economica internazionale e le
crisi regionali, la sicurezza alimentare, lo sviluppo/l’Africa, la
lotta ai cambiamenti climatici e la liberalizzazione del commercio
mondiale.

La lotta ai cambiamenti climatici è una priorità della Presidenza
italiana del G8, in quanto è in corso nell’ambito della Convenzione
Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change
– UNFCCC) il processo di definizione di una risposta mondiale ai
cambiamenti climatici che veda affiancati il massimo impegno dei Paesi
industrializzati e il contributo attivo dei Paesi in via di sviluppo
con economie emergenti. In questo contesto, il Vertice si presentava
come una tappa fondamentale per preparare il successo della conferenza
dell’UNFCCC a Copenhagen il prossimo dicembre.

A conclusione della prima giornata del Vertice, i leader del G8 hanno raggiunto una posizione comune sul tema dei cambiamenti climatici,
dichiarandosi impegnati a raggiungere un accordo mondiale ambizioso e
onnicomprensivo a Copenhagen e chiedendo agli altri Paesi
industrializzati e alle economi emergenti di partecipare attivamente.

Nella Dichiarazione su una “Leadership responsabile per un futuro sostenibile”,
i leader del G8 si dicono “determinati ad assicurare una crescita
sostenibile e a far fronte alle sfide interconnesse poste dalla crisi
economica, dalla povertà e dai cambiamenti climatici”, che richiedono
“azione immediata e visone di lungo termine”.

Riguardo alla lotta ai cambiamenti climatici, i
leader del G8 “riconoscono il punto di vista scientifico secondo il
quale l’aumento della temperatura media mondiale non dovrebbe superare
i 2°C rispetto ai valori pre-industriali” e “riaffermano la loro
volontà di condividere con tutti i Paesi l’obiettivo di ridurre le
emissioni mondiali di gas serra almeno del 50% nel 2050”, e inoltre,
“appoggiano un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra per
i Paesi industrializzati dell’80%, o più, nel 2050 rispetto al 1990 o
ad anni più recenti”, con obiettivi intermedi individuali appropriati.

Analogamente, i Paesi con economie emergenti “devono intraprendere
azioni quantificabili per ridurre collettivamente le emissioni in modo
significativo rispetto all’approccio business-as-usual (BAU)
in uno specifico anno”. La dichiarazione riconosce anche la necessità
di occuparsi degli idrofluorocarburi (HFCs) come gas serra e di altri
agenti come la fuliggine (black carbon).

Per raggiungere tali obiettivi, i leader del G8 ritengono
fondamentale l’utilizzo di mercati efficienti, compresi quelli del
carbonio, con quadri regolatori stabili e prevedibili, così come
l’eliminazione o la riduzione dei dazi sui beni e servizi ambientali,
per promuovere la diffusione delle tecnologie energetiche pulite a
basse emissioni di carbonio e dei servizi ad esse associati. Pertanto, appoggiano approcci di mercato flessibili ed efficienti per ridurre le emissioni, e in particolare i sistemi cap & trade, e si impegnano
ad analizzare ulteriormente le potenzialità di tali sistemi e del loro
collegamento, a cooperare per espandere i sistemi di mercato del
carbonio, a sostenere lo sviluppo e il miglioramento di meccanismi
agevolanti come il meccanismo di sviluppo pulito (Clean Development Mechanism – CDM) del Protocollo di Kyoto e a
sviluppare, nell’ambito del futuro accordo internazionale sul clima di
Copenaghen, meccanismi di mercato che permettano anche una maggiore
partecipazione delle economie emergenti e dei Paesi in via di sviluppo
.

Anche lo sviluppo e l’applicazione delle tecnologie
sono ritenuti particolarmente importanti sia per la mitigazione che per
l’adattamento ai cambiamenti climatici e per il passaggio a modelli di
crescita a basso tenore di carbonio. Un altro aspetto definito centrale
è quello della mobilitazione di “significative risorse finanziarie”,
sia pubbliche che private, per poter raggiungere un accordo a
Copenaghen. Per promuovere il lavoro concertato su tecnologie e
finanziamenti, i leader del G8 affermano la loro intenzione di
contribuire per la propria parte agli sforzi finanziari internazionali
per sostenere la lotta ai cambiamenti climatici nell’ambito di un
accordo mondiale ambizioso e che tutti i Paesi, tranne quelli meno
sviluppati (Least Developed Countries – LDC), dovrebbero partecipare
.
Sono anche favorevoli a considerare la proposta presentata dal Messico
nell’ambito dell’UNFCCC. Auspicando la predisposizione di una struttura
finanziaria efficace nel regime post-2012, sottolineano l’importanza di
un sistema “trasparente, efficiente, equo e perciò legato ai risultati
in termini di riduzioni delle emissioni (mitigazione) e di azioni di
adattamento”, sottolineando la predilezione per gli strumenti e le
istituzioni già esistenti come il Global Environment Facility
(GEF), i fondi per l’adattamento, le agenzie di assistenza bilaterali e
i Fondi di Investimento per il Clima (Climate Investment Fund –
Strategic Climate Fund, Clean Technology Fund). Si impegnano, inoltre,
a creare collaborazioni pubblico-privato per facilitare investimenti
mirati ed efficienti.

Durante la terza e ultima giornata di Vertice (10 luglio) i
principali temi in discussione sono stati: l’impatto della crisi
economica sull’Africa e la sicurezza alimentare.

I lavori delle tre giornate di Vertice si sono basati anche sui
contributi delle riunioni preparatorie che si sono svolte nel corso
dell’anno con la partecipazione dei Ministri responsabili di aree
specifiche, quali: affari esteri, finanze, commercio, giustizia,
sicurezza, ambiente, agricoltura e lavoro.

MEF

La Presidenza italiana ha invitato al Vertice del G8 anche i Paesi che partecipano al “Forum sull’energia e il clima delle maggiori economie” (Major Economies Forum on Energy and Climate – MEF) , che comprende sia Paesi industrializzati sia in via di sviluppo. USA Department of State

Pertanto, il secondo giorno del Vertice (il 9 luglio), i leader dei
Paesi del G8 hanno incontrato anche le loro controparti di Australia,
Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Corea e Sud Africa nel
contesto del MEF, presieduto dal Presidente degli USA, Barack Obama.
Essi hanno approvato una dichiarazione in cui
riaffermano gli obiettivi e i principi dell’UNFCCC e richiamano la
dichiarazione adottata a Toyako (Giappone) nel luglio dello scorso
anno, e rinnovano la volontà di conseguire un risultato importante in
dicembre, a Copenhagen.

Per quanto riguarda la mitigazione, la dichiarazione afferma che i
Paesi industrializzati del MEF “intraprenderanno tempestivamente
robuste riduzioni individuali e complessive nel medio termine”, in modo
consistente con gli obiettivi di lungo termine; i Paesi in via di
sviluppo del MEF “intraprenderanno tempestivamente azioni” che inducano
riduzioni delle emissioni che rappresentino una “deviazione
significativa dall’approccio BAU nel medio termine, nel contesto dello
sviluppo sostenibile”, con il sostegno dei finanziamenti, delle
tecnologie e della capacty building.

Analogamente alla dichiarazione del G8 sul clima, anche quella del MEF riconosce il limite di 2°C per
l’aumento della temperatura media globale rispetto ai valori
pre-industriali, e afferma che: “le emissioni mondiali e nazionali di
gas serra dovrebbero raggiungere il picco al più presto possibile” (per
poi diminuire). I leader del MEF lavoreranno “per individuare
un obiettivo mondiale per ridurre significativamente le emissioni
mondiali di gas serra nel 2050”
, da ora in poi e alla
conferenza di Copenaghen. Inoltre si impegneranno anche nella riduzione
delle emissioni da deforestazione e degrado delle foreste.

Oltre alla mitigazione, la dichiarazione sottolinea l’importanza dell’adattamento
agli effetti avversi dei cambiamenti climatici, e specialmente la
necessità di assistere immediatamente i Paesi più poveri e vulnerabili
ad adattarsi. Per far questo sarà necessario mobilitare risorse
aggiuntive all’assistenza finanziaria tradizionale. I leader del MEF
affermano anche che lavoreranno insieme per sviluppare, diffondere e
trasferire le tecnologie che facilitano gli sforzi in tal senso.

Essi istituiranno inoltre, una Collaborazione Mondiale (“Global Partnership”) per indirizzare la trasformazione delle tecnologie a basse emissioni di carbonio (per es. efficienza energetica, solare, cattura e confinamento del carbonio (Carbon Capture and Storage
– CCS), bioenergia e altre tecnologie eco-compatibili), e aumenteranno
notevolmente e coordineranno meglio gli investimenti pubblici nella
ricerca, nello sviluppo e nella dimostrazione di tali tecnologie, “con l’idea di raddoppiare gli investimenti nel 2015”, riconoscendo al contempo l’importanza degli investimenti privati e delle collaborazioni pubblico-privato. I
Paesi più avanzati in questo settore “faranno rapporto il 15 novembre
2009 sui piani d’azioni o sulle tabelle di marcia” ed elaboreranno
raccomandazioni per il futuro
.

Sarà necessario aumentare considerevolmente e urgentemente le risorse finanziarie per l’adattamento e la mitigazione dei Paesi in via di sviluppo,
con fonti sia pubbliche che private, compresi i proventi dei mercati
del carbonio. Inoltre, saranno considerate ulteriormente proposte per
l’istituzione di Fondi internazionali, compresa quella di un “Fondo
Verde” presentata dal Messico.

Da rilevare l’annuncio da parte del Presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, del lancio dell’Istituto mondiale per il CCS, con sede in
Australia, che ha l’obiettivo di promuovere in tutto il mondo la
realizzazione di strutture e tecnologie che trasformino le emissioni
nocive di carbonio in risorse. Tutti i Paesi del G8 ne saranno Paesi
fondatori.

Alcuni commenti

Il Presidente Berlusconi ha espresso ottimismo per
questi risultati, definendo l’atteggiamento delle economie emergenti
“molto positivo”, e ha anche aggiunto: “E questo consente di guardare
alla Conferenza ONU sul clima di Copenhagen con ottimismo”.

Secondo il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), On. Stefania Prestigiacomo, quello conseguito a L’Aquila è un “risultato di straordinaria portata storica”. “Per la prima volta nella storia i paesi più industrializzati del mondo e quelli in via di sviluppo, che saranno i grandi di domani hanno messo nero su bianco l’impegno di contenere le emissioni di gas serra in modo da non superare al 2050 la soglia dell’incremento di 2 gradi della temperatura mondiale”, ha aggiunto il Ministro.

Il Primo Ministro Svedese nonché Presidente del Consiglio Europeo, Fredrik Reinfeldt, e il Presidente della Commissione Europea,
José Manuel Barroso, hanno messo in risalto la posizione dell’UE sulla
necessità di contenere l’aumento della temperatura media globale al di
sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali e di stabilire un
obiettivo a livello mondiale di riduzione delle emissioni di gas serra
almeno del 50% nel 2050, e inoltre, che i Paesi industrializzati
riducano complessivamente le loro emissioni dell’80% nel 2050, con
obiettivi intermedi appropriati. Perciò, hanno entrambi definito gli
esiti del G8 come “forti segnali politici inviati alle negoziazioni
internazionali”, esprimendo soddisfazione per il fatto che il limite
dei 2°C (sostenuto dall’UE) sia stato accolto sia dal G8 sia dal MEF.

Il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon,
tuttavia, ha definito gli impegni espressi dal G8 e dal MEF
“insufficienti” per poter raggiungere un accordo a Copenaghen e per
proteggere la popolazione e il pianeta dai cambiamenti climatici,
definendo questi ultimi “una delle più gravi sfide con cui l’umanità si
sia mai confrontata”. “Il tempo per i ritardi e per le mezze misure è
finito”, ha aggiunto il Segretario.

Il Comitato di coordinazione dei Capi Esecutivi del Sistema delle Nazioni Unite (United Nations System Chief Executives Board for Coordination – CEB),
un gruppo informale di capi di organizzazioni internazionali, aveva
inoltre presentato, il 30 giugno, una dichiarazione congiunta
sull’“economia verde” (“Green Economy: A Transformation to Address
Multiple Crises”). La dichiarazione esorta i leader mondiali, compresi
quelli del G8, a coordinare i propri sforzi per creare un’“economia
verde” per far fronte alle molteplici sfide poste dalle crisi
economica, finanziaria, alimentare, energetica, idrica, ecologica e
climatica.

Diciannove delle più grandi compagnie a livello mondiale,
tra le quali Johnson & Johnson, Nike, Lafarge, Tetra Pak, Nokia e
HP, avevano lanciato un appello ai leader del G8 affinché concludano un
accordo a Copenaghen in dicembre su un nuovo regime internazionale di
risposta ai cambiamenti climatici, che preveda obiettivi ambiziosi di
riduzione delle emissioni di gas serra. Attraverso la campagna
“Facciamo cominciare l’economia pulita” (“Let The Clean Economy Begin”), le compagnie si sono unite al Fondo Mondiale per la Natura (World Wide Fund for Nature – WWF) per ricordare che muoversi verso un futuro a basse emissioni di carbonio è “vitale e urgente”.

Gli incontri ministeriali

Programma

Atti del Vertice

– Sintesi del Presidente: G8 (10 luglio) “Chair’s Summary, L’Aquila, 10 July 2009

Dichiarazione dei Leader del G8 “Leadership responsabile per un futuro sostenibile”: G8 (8 luglio) “RESPONSIBLE LEADERSHIP FOR A SUSTAINABLE FUTURE

Dichiarazione dei Leader del MEF: G8 (9 luglio) “Declaration of the Leaders the Major Economies Forum on Energy and Climate

Dichiarazione del Segretario Generale dell’ONU: ONU (9 luglio) “‘TIME
FOR DELAYS AND HALF-MEASURES IS OVER,’ SAYS SECRETARY-GENERAL, CALLING
G-8 CLIMATE CHANGE COMMITMENTS ‘NOT SUFFICIENT’, BUT FOOD SECURITY
PLEDGE WELCOME
”, riferimento Secretary-General SG/2153 ENV/DEV/106 

Fonti:

Ulteriori informazioni: G8 “G8 Summit 2009”.

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